Due parole con AZA
Chiara Oliva, in arte AZA, è arrivata in Soffitta con il suo inedito My heart is a mountain, accompagnata dalla sua chitarra, dalla voce e da una loop station.
AZA descrive questo brano, fra i suoi più recenti, come estremamente semplice a livello di testo, ci sono poche frasi che si ripetono, questo perché il pezzo nasce per sperimentare le voci, anzi, perché ci si possa concentrare sulla voce, su un cantato “evocativo”. Questo desiderio di sperimentare è insito in AZA: per lei la cosa più importante nell’esperienza musicale è la curiosità che “ti trasforma in un ricercatore e ti spinge sempre un po’ più in là”. Per AZA suonare è un gioco, lo è sempre stato, sin dalle sue prime esperienze con le band, influenzata da artisti come Kelsey Welsey e Horses and Cookies from the Moon, ha sempre giocato a scomporre per creare ciò che è nuovo. Lo strumento da lei prescelto è stato da sempre la voce, che arricchisce e coltiva con l’ascolto dei generi più vari (un nome a titolo d’esempio Jocelyn Pook), ma spazia su ogni genere.
Parlare di “progetto musicale” è un’espressione impropria, semplicemente il “progetto” AZA non ha mai avuto un inizio, perchè coincide con AZA stessa, quindi si può dire che esiste da sempre, o almeno da quando esiste la coscienza artistica di AZA: “Non ci si può liberare di sé stessi, non si riesce mai a distaccarsi da ciò che si è”.
Il suo ambiente naturale è il live, la dimensione che sente propria e dove trova il vero senso della musica, inoltre da sempre ha una predilezione per il suonare in gruppo piuttosto che da solista, dovuto forse al suo interesse-ossessione per il canto corale sin dall’infanzia. Definisce il live come: “Un’esperienza trascendentale, una sorta di contraddizione, sei con gli altri ma sei anche da solo. Come eseguire un rituale ma in condivisione collettiva, se sei troppo concentrato diventa tutto macchinoso, bisogna trovare quel giusto stato di equilibrio che sia tecnicamente preciso ma anche che dia una carica, un’energia particolare”.
AZA ha sempre pubblicato su Youtube, condividendo anche elaborazioni estemporanee, è così che ha sempre lavorato, tuttavia, come lei stessa osserva, questo approccio non le ha permesso di sviluppare quella progettualità che porta a decidere di lavorare su un album. In ogni caso quando compone registra sempre per conservare il risultato: “Il momento della composizione è una cosa sacra”.
Alla musica si unisce la passione per la pittura che ha coltivato all’Accademia di Venezia, è ritornata solo di recente a questa forma d’arte dopo essersene allontanata per un periodo: “La vivo sulla stessa linea della musica, come aspetto ludico, al momento mi sta stretto il figurativo, preferisco il flusso di coscienza”.
Di questa sua passione artistica ne rimane traccia in Soffitta. Nel suo video 360° inSoffitta è stata clonata per mostrare tre differenti realtà che coesistono in AZA: la pittura, la danza e la musica (a sua volta moltiplicata dalla loop station).
Se ti piace questo approccio di sdoppiamento dell’artista allora devi dare un’occhiata al video 360° di Feydan che è stato clonato una decina di volte per suonare con se stesso!
Foto degli AZA Foto di Giuliana Brigante
My heart is a mountain
My heart, in these mountain heights
looks in the ocean roar
My body is a stone that is slowly drowning
I wish I could stay on this summit
but I know, my fate is out of control